Venerdì 25 aprile 2025 abbiamo preso parte alla commemorazione istituzionale della Liberazione organizzata nella nostra città. Nonostante il tentativo del sindaco e della giunta di svuotarlo, l’appuntamento ha registrato una partecipazione significativa, come non si vedeva da tempo, a testimonianza dell’interesse diffuso nel celebrare l’80º anniversario della lotta di Liberazione. L’evento ha rappresentato anche un’occasione per esprimere dissenso rispetto alla decisione del governo di ridimensionare le celebrazioni, richiamandosi a motivi di “sobrietà” in seguito alla morte di Papa Francesco.
A seguire, pubblichiamo il discorso pronunciato dal palco dell’ANPI, di fronte a cittadini, rappresentanti dei partiti politici, sindacati e istituzioni. Per chi non fosse riuscito a sentirlo durante la cerimonia, questa è l’occasione per recuperare.
25 APRILE 2025 SIAMO STATI FIN TROPPO SOBRI… ORA E SEMPRE RESISTENZAI!
A 80 anni da quella vittoria, la Resistenza continua a parlarci attraverso le voci delle partigiane e del partigiani, attraverso i gesti quotidiani di chi si oppone all’autoritarismo e allo sfruttamento. Difendere la memoria della Resistenza significa stare dalla parte di chi oggi lotta contro il capitalismo, il patriarcato, il razzismo, il militarismo.
Celebrare il 25 Aprile significa schierarsi con chi lotta per la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale, qui e ora. In questo giorno si celebra la Liberazione dal nazifascismo e la forza collettiva di chi ha scelto di ribellarsi, armato di coraggio, speranza e dignità. Attitudine che dobbiamo ritrovare ed esprimere anche oggi.
Perché anche oggi le oppressioni sono tante, diverse in varie parti del mondo: non possiamo certo non essere profondamente sconvolti dalle guerre e genocidi in atto in varie parti del mondo e nel nostro paese assistiamo al tentativo sempre più esplicito di ridurre le forme di democrazia, gli spazi di libertà e reprimere il dissenso. Ciò avviene non solo attraverso leggi e decreti, ma anche attraverso le diverse forme di precarietà e sfruttamento sul lavoro, il sempre più capillare smantellamento dei servizi pubblici e delle tutele sociali. Tramite questi processi, i diritti vengono soppressi, le persone più fragili e povere vengono marginalizzate.
La festa degli Antifascisti
Il 25 aprile e la Festa di Liberazione SONO un evento divisivo ed è bene che sia chiara la differenza che c’è tra Fascismo e Antifascismo, come molto diversi sono i desideri e i progetti di umanità e società che li rappresentano. Il 25 aprile è la festa degli Antifascisti, gli altri è bene che stiano chiusi in casa o meglio ancora nelle fogne.
I mali del fascismo in questo paese sono cominciati vent’anni prima della seconda guerra mondiale, portando ad un regime dittatoriale che ha abolito la democrazia, soppresso il dissenso con denunce, incarcerazioni, pestaggi, omicidi di lavoratori, sindacalisti, oppositori politici tutti di una stessa parte (quella antifascista).
E anche dopo la sconfitta del nazifascismo certe istanze non sono mai morte, hanno continuato a proliferare e agire e oggi, 80 anni dopo, parte di questa eredità nera sta al governo del paese.
Oggi siamo in piazza a parlare di memoria viva, di eredità antifascista da raccogliere e riaffermare, di insegnamenti di persone che hanno pagato con la propria vita per il sogno di un’umanità più giusta, libera ed eguale.
La giunta di Cinisello Balsamo
E cosa cercano di fare dal Governo? La Giunta cinisellese segue e restringe ulteriormente, strumentalizzano pure la morte del Papa, nel tentativo di depotenziare la forza che i cortei di oggi attraverseranno il paese. S’impegnassero piuttosto ad ascoltare e praticare i suoi insegnamenti a partire dal NO alle guerre Imperialiste, NO al riarmo, NO ai respingimenti in mare, PER la costruzione della giustizia sociale e climatica.
Manipolano la storia in maniera del tutto strumentale e promuovono una scandalosa commemorazione neo fascista intitolando una piazza a Sergio Ramelli. D’accordo sul fatto che una vita spezzata a vent’anni per un’appartenenza politica sia stata un’inutile ingiustizia da condannare ma il punto è un altro: ovvero quello di continuare ad usare una singola vicenda, peraltro più simbolica che realmente significativa dal punto di vista politico, che la destra neo fascista continua a rivendicarsi e utilizzare per dare sfoggio alle loro cerimonie nostalgiche quanto deplorevoli.
Andiamo oltre alla retorica degli opposti estremismi ma non per pacificare ciò che non è da pacificare ma per comprendere ciò che è successo anche nei decenni che hanno seguito la fine della guerra e la Liberazione del paese dal nazifascismo. Andiamo oltre anche all’indecente narrazione che equipara fascisti e antifascisti, che mette sullo stesso piano coloro che hanno combattuto e dato la vita per l’indipendenza e la libertà di questo paese e gli eredi delle leggi razziali, dello squadrismo, dei crimini di guerra, degli omicidi di stato, ecc.
La nostra Costituzione
L’antifascismo è alla base della nostra costituzione, il fascismo è bandito per legge. Lo vediamo ogni giorno accadere con la Palestina e siamo qui a dirvi che come 80 anni fa siamo ancora ai nostri posti, vigili, per non permettere che questo accada.
Fino a questo 25 aprile 2025 siamo stati fin troppo sobri, oggi siamo in piazza con tutto l’entusiasmo di chi vuole festeggiare la vittoria che fu, con tutta la rabbia contro le ingiustizie che ci opprimo, con l’impegno a lottare per un mondo di solidarietà e pace tra gli oppressi e lotta agli oppressori.
NO AL DECRETO SICUREZZA, NO AL RIARMO, NO AL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE.

Collettivo 20092, 25 aprile 2025, Cinisello Balsamo.




