Antiterrorismo – incontro con l’autore Elio Catania storico e attivista.

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Antiterrorismo – incontro con l’autore Elio Catania storico e attivista.

Mercoledì 30 aprile presentazione del libro:
Antiterrorismo. Conflitto sociale e «fine della Storia» in Italia (1968-1992)

modera Martino Iniziato.

Mercoledì 30 aprile 2025, ore 20:30
salone “Cooperativa Agricola”, via Mariani 11 – Cinisello Balsamo

In occasione delle commemorazioni e delle intitolazioni a Sergio Ramelli previste a Milano e in diverse città della provincia, eventi che appaiono sempre più strumentali e lontani da ogni seria ricostruzione storica, nasce la necessità di riaprire un dibattito sul periodo noto come “Anni di piombo”.

Lo faremo attraverso la presentazione del libro Antiterrorismo. Conflitto sociale e «fine della Storia» in Italia (1968-1992) dialogando con l’autore Elio Catania, storico e attivista e Martino Iniziato.
Il libro si sviluppa intorno alla storia dell’antiterrorismo in Italia, inteso come quell’insieme degli elementi – culture di governo e di polizia, codice penale, corpi speciali, legittimità concessa alla protesta – attraverso cui la classe dirigente si è rapportata non solo ai fenomeni estremi di lotta armata, ma anche al conflitto sociale e alla “stagione dei movimenti”.

La memoria, così come la storia che si vuole raccontare è bene che sia divisiva, come lo sono gli interessi e i desideri legati ad un progetto di umanità e società. Non ci fu alcuna guerra civile negli anni 70, e non si può ridurre il tutto con lo stereotipo degli “opposti estremismi”. Si trattò invece di un periodo di duro conflitto politico che portò i diritti sociali e civili al livello più alto mai avuto nella storia del paese.
Conquiste pagate anche con numerose vittime da entrambe le parti, ma ancor più con denunce a lavoratori, militanti, sindacalisti: 14000 nel solo autunno caldo del ’69 e quasi 15mila detenuti di cui solo poche decine afferenti alla lotta armata per reati di sangue.

Nel libro viene ricostruito un quadro delle politiche di sicurezza a partire dagli anni Sessanta fino all’epilogo della così definita “fine della storia” come presunto superamento del conflitto sociale e la negazione di un’alternativa all’ordinamento liberal-capitalistico.

Ciononostante oggi, nel 2025, con una manovra politica che scavalca la discussione democratica anche all’interno del parlamento, è stato approvato un decreto sicurezza con lo scopo di “reprimere sul nascere” i tentativi individuali e collettivi, di protesta contro le forme di sfruttamento e devastazione delle persone e dei territori del nuovo millennio.

Possiamo sperare che ci sia ancora un seme di ribellione per la liberazione dalle forme di oppressione e di lotta per la giustizia sociale?